Si è svolto sabato 16 dicembre nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca l’incontro organizzato dall’Associazione Energia Messinese, dal titolo “Nuovo PRG a volumi zero. Attesa infinita per un modello di sviluppo sostenibile e condiviso che Messina aspetta da oltre inque anni”. A coordinare i lavori Barbara Floridia, a discuterne l’Ing. Capo del Genio Civile Leonardo Santoro, il Presidente dell’Ordine dei Geologi di Sicilia Giuseppe Collura, il presidente dell’Ordine degli Architetti Pino Falzea, il Consigliere dell’ordine degli ingegneri Giampaolo Nicosia, il Presidente dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR) Anna Carulli e Grazia D’Angelo in rappresentanza del Movimento 5 stelle che ha appoggiato l’iniziativa.
L’Ing. Capo Santoro, dopo una breve premessa sulle competenze urbanistiche specifiche del Genio Civile in riferimento alle ultime diatribe con l’amministrazione, emerse anche sui media locali, ha dettagliatamente illustrato l’iter tecnico amministrativo, fatto di dinieghi, prescrizioni e modifiche, che ha accompagnato in questi anni la famigerata “delibera salvacolline“, facendo si che l’ultima versione sia completamente diversa da quella prospettata inizialmente.
Il dott. Collura ha esaustivamente spiegato l’importanza della microzonazione sismica del territorio come elemento assolutamente propedeutico a qualsiasi tipo di pianificazione urbanistica.
Il presidente Falzea ha spiegato come lo strumento urbanistico attualmente vigente sia una variante di un piano antico, una variante che prevedeva azioni sul territorio che partivano da un presupposto, il suo stesso dimensionamento, come dettato dal decreto ministeriale 1444 del 68, cioè in base al numero di abitanti previsto. “Perchè il piano, o variante che sia – ha spiegato Falzea – è uno strumento di sviluppo del territorio, non solamente di salvaguardia. Deve lavorare come strumento per attrarre economie, per fare riqualificazione, per modificare i paesaggi qualitativamente. Ebbene quel piano era dimensionato per circa 450 mila abitanti ma nei decenni successivi quella previsione è risultata sbagliata e sono emersi 22 milioni di metri cubi in più che non servono, equivalenti a 7 milioni di metri quadrati in più che non servono, che divisi per 5 piani di media, equivalgono a circa un milione e mezzo di metri quadrati di suolo edificabile (area di sedime) non più necessari”.
“Nel 2009 – ha proseguito Falzea – nelle fasi di ragionamento di un nuovo piano, noi stessi dicemmo che era necessario un piano intermedio che si riferisse a questi nuovi numeri e lo chiamammo piano di salvaguardia. Ma quello che oggi sia questo piano, purtroppo noi non lo sappiamo, perchè è segretato e non ne conosciamo il motivo. Inoltre ovunque il nuovo piano si associa alla VAS, e il rapporto ambientale, insieme al nuovo piano, deve essere pubblicato affinchè i cittadini e le istituzioni stesse possano intervenire con i nuovi meccanismi di pianificazione partecipata. L’unica ragione che emerge da questa ‘segretazione’ è che il cittadino, venendo a conoscenza che la sua area è edificabile, corra a darsi da fare per edificarci. E’ dov’è lo scandalo? E’ normale!!!”
“Insomma– ha spronato il Presidente dell’Ordine degli Architetti – occorre darci una svegliata; bisognerebbe sedersi tutti intorno a un tavolo in una stanza di vetro per ragionare su cosa si voglia effettivamente raggiungere con il nuovo strumento urbanistico, uno strumento urbanistico che sia elastico e sappia adattarsi alle inevitabili modifiche legislative che col tempo si verificano”.
L’arch. Falzea, nel ricordare che il vero tema del convegno sarebbe “suolo zero” e non “volume zero”, in quanto nelle logiche della rigenerazione urbana lo sviluppo in altezza piuttosto che in ampiezza è incoraggiato, ha parlato anche di Piau, nato da un protocollo d’intesa fra Autorità Portuale, Amministrazione, RFI, per riqualificare l’area che va dal porto a Gazzi, per ridare l’affaccio a mare alla città. “Ma purtroppo il PIAU oggi pare non faccia questo e sia, piuttosto, un intervento di edilizia residenziale”.
L’arch. Anna Carulli ha invece affrontato tematiche strettamente connesse al recupero edilizio, al riuso ed alla rigenerazione urbana quali perno dell’attuale emergenza territoriale per innescare processi virtuosi e valorizzare ambiti urbani, spazi pubblici e privati. “Concordo con i relatori che mi hanno preceduto – ha detto il Presidente INBAR – dobbiamo remare tutti insieme nelle stessa direzione nel rispetto dell’ambiente, ma io aggiungerei nel rispetto dell’uomo, perchè tutti gli strumenti di pianificazione hanno una ricaduta sulla qualità di vita dell’uomo”.
“Nel suo discorso di insediamento – ha poi messo in evidenza Anna Carulli – il nuovo Presidente del Green Building Council Italia, Giuliano Dall’O ha portato alla luce come l’Italia sia fra i paesi al mondo che più punta alla riqualificazione spinta degli edifici all’interno dei nuovi strumenti di pianificazione ed è su questo aspetto che deve puntare la città di Messina”.
Dopo le conclusioni della rappresentante del Movimento 5 stelle Grazia D’Angelo, dopo gli interventi degli ingegneri De Domenico e Bruno e del Consigliere Comunale Santalco, l’ing. De Cola, presente in sala, ha risposto brevemente alle tante domande. “Abbiamo rispettato – ha detto sul tema della segretazione – i pareri che abbiamo chiesto. Non abbiamo avuto parere diverso. L’unica parte non mostrabile alla cittadinanza è la nuova zonizzazione. Nell’ottobre del 2014 abbiamo esposto le tavole anche se non abbiamo ricevuto molte osservazioni. Abbiamo fatto anche altri incontri e siamo stati apprezzati in tutt’Italia per il nostro lavoro”.
“Detto questo – ha proseguito De Cola – la variante è migliorabile. E’ la visione politica dell’Amministrazione, il primo step del nuovo piano regolatore”.
“Abbiamo fatto la VAS prima che arrivasse in Consiglio Comunale – ha concluso – tutti i proprietari interessati sono stati contattati e avvertiti della possibilità di utilizzare lo strumento della banca del volume”
arch. Michele Palamara
(Vice Presidente con delega alla Comunicazione)
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